SUA MAESTÀ
IL V12

Lamborghini Aventador SV

Inizio di una
Nuova esperienza

Lorenzo racconta la Super Veloce

La prima cosa che noto in lontananza sopra un “ponte” è una macchina bassissima e larghissima, leggermente smontata e di un arancione stupendo. Iniziammo ad avvicinarci e già al secondo passo iniziai a riconoscere che quelle linee tese e muscolose, abbinante a quel colore così forte, potevano essere solo che di una Aventador e ciò comporta la presenza di sua maestà 6.5 V12 di Sant’Agata Bolognese. Siccome quello doveva essere il mio giorno fortunato con molta sorpresa scoprii che non era una semplice Aventador ma bensì una SV. Non ne avevo mai vista una dal vivo.
Impaziente di vedere ogni minimo particolare iniziai a studiarla da vicino, volevo vedere tutto quello potevo. Fosse stato per me avrei preso gli attrezzi e avrei iniziato a smontarla pezzo per pezzo fino a quando i ragazzi di Brs non mi avrebbero portato via di forza, maledicendomi non poco.
Diverse cose colpirono la mia attenzione. Consideriamo anche che stiamo parlando di una Lamborghini arancione in tiratura limitata di 600 pezzi. La prima cosa che mi colpì furono gli pneumatici posteriori. Penso che la larghezza di quelle gomme sia superiore al diametro di parecchi cerchi di auto comuni. Giusto per capirci parliamo di gomme da 355. Non passano inosservati i freni carboceramici grossi come dischi volanti. Le pinze hanno dimensioni da camion ma in questo caso devono fermare solo 1500 kg di auto; esagerate a dismisura. La cosa che però ancora non riesco a spiegarmi bene è il fatto che queste auto in foto sembrino esagerate, ma dal vivo sono qualcosa di folle. L’alettone che avevo visto in foto per migliaia di volte sembrava grande ma posso assicurare che dal vivo è tutto un’altra cosa. Visto smontato potrebbe tranquillamente essere scambiato per una tavola da surf particolarmente sottile; è gigantesco.
Dopo aver girato intorno alla macchina per parecchie volte mi fanno segno di spostarmi, avevano finito di installare i nostri “tronchetti” e dovevano accenderla, ero al settimo cielo. Abbassato il ponte iniziai a sentire l’elettronica avviarsi per effettuare l’accensione del motore. Fuoco alle polveri e BOOM, sua maestà era accesso e in modalità “cold start”. Il suono era qualcosa di stupendo: intenso, corposo, alto ma non fastidioso. Dopo poco tempo che l’auto era accesa sale in auto il proprietario per andare a fare un giretto intorno all’officina e vedere come va. Il suono che a bassi regimi era piacevole e armonioso si trasforma presto in un suono più robusto e grandioso appena inizia l’accelerazione. Avevo già avuto il piacere di sentire i motori di Sant’Agata in quanto in pista avevo già visto girare un paio di volte le Huracán con il suo 5.2 V10. Il V12 è tutto un altro pianeta. Il V12 non raggiunge le tonalità acute tipiche dei V10, ha un suono più sobrio e signorile.

LA PROVA DEL NOVE

Sentiamo come suona questa Aventador !

Trascorso un beve periodo di silenzio sentiamo quello che sembra un aereo in fase di atterraggio, era la Aventador che stava percorrendo un tratto di tangenziale. Un suono così inebriante è difficile da dimenticare. Purtroppo come tutte le storie anche questa è giunta al termine. Appena tornata l’auto, giusto il tempo di darle ancora un'occhiata mentre rientra in officina, e subito ripartiamo in direzione ufficio.
Avevo immediatamente capito che la scelta di lasciare la Spagna per effettuare un’esperienza nel settore che amo si era rivelata la scelta giusta.

Testo di: Lorenzo Culasso
Foto di: Stefano Lelli

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